mercoledì 10 ottobre 2012

I call Y O U ispiration

Baricco sostiene, in Castelli di Rabbia, che ognuno di noi ha, almeno una volta nella vita, un momento di distrazione che ci porta a scoprire, per pochi secondi, la forma, il colore della felicità, e che questo momento è unico e irripetibile, quindi crea per sempre una sensazione di vuoto in coloro che lo hanno già assaporato.
Io penso che per le persone sia lo stesso. Ognuno di noi è destinato ad incontrare, almeno una volta nella vita, anzi, probabilmente una sola volta nella vita, una persona che si presenterà come un enigma e come un enigma uscirà di scena. E se tornerà, sarà sempre un enigma.
Non importa il ruolo della persona: può essere un amico, un fidanzato, un datore di lavoro; potresti persino arrivare a chiederti se sarà mai possibile classificarla, questa persona.
Quella che sembra sfuggire a qualsiasi possibilità di comprensione, quella che agisce in maniera decisa mentre sul volto si dipinge un'espressione totalmente assente,
quella che non riuscirà mai ad avere abbastanza fiato da sussurrarti parole che aiutino a capire la natura del suo affetto,
quella che non importano tutte le volte in cui ti ha delusa, qualsiasi sciocchezza ti riporterà a mente un momento trascorso insieme.

 
E sembra romantico, patetico e sdolcinato, ma è giusto che ognuno di noi trovi questa persona. E che con essa arrivi a camminare su una nuvoletta di zucchero filato rosa,
a pensare certe volte che sarebbe meglio campare senza un braccio che con certe assenze addosso, 
a ritrovare la voglia di tuffarsi in avventure e sogni da tempo dimenticati,
a smussare spigoli del proprio carattere che sembravano destinati a non essere mai neanche presi in considerazione,
a farsi in quattro per ottenere un sorriso che non è il proprio,
a sentire un pezzettino del proprio cuore che si sbriciola velocemente dopo una banale discussione,
a tremare tanto violentemente da preoccuparsi quando qualcosa di mette male,
e infine a spezzarsi.

 


Solo perchè chi non l'ha mai incontrata non sa quanto è bello, nel bene e nel male, esplorare e al contempo esplorarsi, scoprire e al contempo scoprirsi, ricevere e al contempo darsi.



 

domenica 7 ottobre 2012

Valencia, back home


Okay, non so con che forza vivo da stamattina alle 6, quando, dopo appena un paio d'ore di sonno, le mie 4 - Q U A T T R O - sveglie hanno suonato all'impazzata, ognuna con la propria suoneria, una più assordante dell'altra. Mi pareva l'unica strada per non perdere l'aereo, che, per inciso, partiva alle 7.55.
Penso di stare per morire di sonno, ma dato che ho passato il pomeriggio a raccontare a tutti di questo viaggio, voglio condividere questa esperienza anche con voi.

Valencia è una città strana, e per strana intendo dire che ancora non ho deciso se mi è piaciuta o meno. So per certo che in generale non sono una fanatica delle città portuali, o comunque che danno sul mare: sono più tipo da grande metropoli. Ma tutti a dirmi che Valencia di qua, Valencia di là, la fantastica movida di Valencia... come potevo non farci un salto a controllare personalmente? :)
Partiamo dal clima. Partiamo precisando che io preferisco il freddo al caldo. E sottolineando invece che la temperatura che ho trovato a Valencia a inizio ottobre era veramente, veramente fantastica: 28-30 gradi di giorno, per permetterti di passeggiare a gambe nude e t-shirt; poco più di 20 gradi la sera, in modo da lasciare la giacca in borsa fino a almeno mezzanotte. Ho adorato la sensazione del sole sulla schiena mentre passeggiavo lungo la Spiaggia della Malvarossa, e il venticello che mi scompigliava i capelli (quando li ho dovuti pettinare, il ricordo del venticello è diventato decisamente meno piacevole).
Se andate a Valencia e uscite dall'albergo alle 10 la mattina, e improvvisamente vi ritrovate a chiedervi se la città sia popolata da soli fantasmi, la risposta è: sì. Il centro, fino all'ora (tarda) di pranzo, è praticamente deserto. E se posso permettermi, anche leggermente anonimo - niente negozi interessanti, nemmeno quelli di souvenir, tanto per dirne una.
Playa de la Malvarossa
Allora, se posso darvi un consiglio, spostatevi verso il porto: troverete la stessa aria, silenziosa e pacifica tanto da sembrare innaturale, artificiosa, però potrete godervi la vista della grandissima spiaggia e della passeggiata, che è davvero lunghissima. Lungo la passeggiata ci sono davvero tanti ristorantini tipici, paella a iosa per intenderci - e qualcuno mi tolga una curiosità, ma come mai la paella valenciana è col pollo e i peperoni? Se Valencia è sul porto, non dovrebbe essere di pesce? - e qualche pub interessante. Ristorante El Coso da evitare come la peste, specialmente se vi piace mangiare lentamente e non sono le 9 di sera, ora in cui regolarmente gli spagnoli ancora non fanno nemmeno l'aperitivo. NB.
Converse All Star Sneakers
Too late, no more t-shirt
H&M skirt
H&M sunglasses
Tiffany earrings
Longchamp bag
Se posso poi darvi un altro consiglio, verso le sei del pomeriggio, quando cominciate ad avere esaurito le cose da vedere e ad accusare i primi segni di stanchezza, andate in albergo. E dormite. Almeno fino alle 10, se in mezz'ora riuscite a prepararvi.
Io ho commesso "l'errore", la prima sera, di uscire alle 9.30, per proseguire con la trafila aperitivo(rigorosamente Agua de Valencia, assaggiatela, specialmente al Saint Jaume, barrettino nel Barrio del Carmen)-tapas-chupito/long drink-discoteca(il venerdì l'Umbracle, zona Ciudad de la Scienza, è veramente uno spettacolo). Arrivi alle tre e sei cotta. Cosa che in Italia può andare anche bene... ma a Valencia no. Perchè sappiatelo, fino alle due in discoteca ci sono solo ultracinquantenni (nel migliore dei casi. Nel peggiore ci siete voi e il barman). E fino alle sette gli spagnoli a letto non ci vanno.
Quindi dormite prima di uscire, a costo di tornare a casa più sballati che col fuso orario.
Agua de Valencia
Parliamo adesso di shopping. Io che avevo preso un bagaglio da imbarcare nella speranza di riuscire a riempirlo di nuovi acquisti, sono stata presto disillusa: come dicevo prima, in centro ci sono ben pochi negozi interessanti, e quelli interessanti sono cari. L'unica cosa che sonno riuscita a portare a casa quindi, oltre a uno stock di lapis e accendini, è una giacchina di Zara, stile peplum, abbastanza appariscente nel suo bordeaux che sbrillucica. Spero di mostrarvela presto.
Vorrei concludere parlando un po' di cibo, ma dato che la bilancia mi ha messo ansia addosso, sottolineando in maniera brutale come io NON sia la persona giusta per andare avanti a carboidrati e proteine derivanti da jamón serrano per 72 ore, faccio passo per adesso. Non me la sento.
Penso che andrò a letto. E esattamente come le ultime tre sere, toccherò in materasso e scatterà automatico il coma.
Mi sa che dovrò mettere quattro sveglie anche domattina...

 
Paella de pescado + Sangria Rocha

Ok, I don't exactly know how I'm surviving in this world since this morning, at 6 o'clock, when, shortly after a couple of hours of sleep, my 4 - F O U R - alarm clocks have played madly, each one with its own ringtone. I thought it was the only, crazy way: I couldn't lose my flight, which, for the record, left at 7.55. I'm dying right now, but I want to share with you this experience, as I did with everyone I met this afternoon.
Valencia is a strange city, and for "strange" I mean that I haven't decided if I like it or not yet. Generally speaking, I'm not such a big fan of cities who have maritime ports: I'm more "great metropolis" type. But everyone was telling me about the movida in Valencia and everything, so... how I could I not control personally?

 Let's start with the climate. I usually prefer the cold one. But the temperature I fould in Valencia in early October was, really, amazing: 28-30 degrees in the daytime, to allow you to walk in bare legs and t-shirt; few more than 20 degrees the evening, so that you could leave the jacket in purse up to at least midnight. Walking along Malvarossa Beach, the feeling of the sunshine on my back was adorable. And also the breeze which tousled my hair (when I had to comb them, the memory of the breeze started to be less pleasant).
If you go to Valencia and when you leave your hotel at 10 o'clock in the morning and think that you are in a city populated by ghosts only, don't worry, it's ok. The city centre, until lunch time, is practically desert. And if I can say it, also almost anonymous - no interesting shops, not even souvenirs shops.
So, go to the port. You'll find the same, silent and pacific, almost unnatural, air, but you'll enjoy the sight and the walk. Along the walk there are so many typical restaurants which sell paella - If someone knows that, why the paella valenciana is with chicken and peppers, if there's a maritime port in Valencia? The fish is supposed to be fundamental. - and some interesting pubs. "El coso" Restaurant to avoid, especially if like to eat slowly and it's not 9 o'clock pm. NB.
If I can give you a suggestion, at 6 o'clock pm, if you feel a bit tired, go to your hotel room. And sleep. Until at least 10 o'clock, especially if you can get ready in 30 minutes.
I've committed, the first night, "the crime": I want out at 9.30 pm, and I followed the rule "aperitif(taste Agua de Valencia, especially at Saint Jaume, a bar in the Barrio del Carmen)-tapas-chupito-long drink-disco(Umbracle for Friday nights). At 3 o'clock I was almost dead. Because, well, you'll find out that up to the 2 o'clock am in the disco there are only fifty-year-old people (in the best occasion. In the worst, there's you, and there's the barman). And up to 7 am Spanish people don't sleep. So, sleep before you go out, even if it's a kind of sacrifice.
Speaking about shopping, my hope to fill my checked-in baggage with new items was disenchanted: as I said before, in the centre there are almost no interesting shops, and the ones who are actually interesting, are also expensive. The thing I bought, expect for the stock of pencils and lighters, is a Zara jacket, peplum style, enough eye-catching thanks to his color that sparkles. I'll show it to you soon.
I'd like to conclude this post speaking about food, but the balance reminded me in a brutal way that I'm not the correct person to eat so many carbohydrates and proteins from jamón serrano for 72 hours. So I stop here. I can't do it right now. I think I'm going to sleep. And exactly like I did the last three evenings, I'll touch the mattress and I'll be in a kind of coma.
Maybe it’s better if I set four alarm clocks also for tomorrow…





giovedì 4 ottobre 2012

Travel is a way of life


No, non sono stata rapita dagli alieni, non mi si sono atrofizzate le dita e non ho già perso la voglia di scrivere dopo quattro post.
Semplicemente, sono in partenza :) mia cugina mi aveva promesso un viaggio insieme per festeggiare il mio compleanno - a giugno, per la cronaca - ma non avevamo mai trovato l'occasione giusta, tra il suo lavoro, la mia scuola, il resto delle vacanze... E quando si è presentata, potevo lasciarmela scappare? Ovviamente no, anche a costo di perdere tre giorni di scuola.
E quindi eccomi qui, con la valigia pronta - viaggiamo leggere: un bagaglio da stiva in due, un trolley piccolo e uno zaino dell'Eastpack - e un sorriso che mi finisce giusto nel punto in cui conciano le orecchie.
Destinazione? V A L E N C I A !
Vi aggiornerò appena torno perchè per quattro giorni non porto il computer con me; ovviamente, se qualcuno di voi ci è già stato sono ben accetti consigli sui posti da vedere, i ristoranti in cui cenare e le discoteche dove fare serata :) 


 

No, I've not been kidnapped by the aliens, my fingers are not totally atrophied yet and I have not already lost the desire of writing after only four posts.
Simply, I'm leaving :) my cousin promised me a trip together to celebrate my birthday - in June, for the record - but we never found the right occasion, among her job, my school, the rest of the holidays... And when finally the occasion came, could I ignore it? Obviously not, even if in this way I have to be absent at school for three days.
And therefore I'm here, suitcases are ready - we travel without too many things: a checked baggage in two, a small trolley and an Eastpack schoolbag - and a smile that ends exactly where my ear begins.
Destination? V A L E N C I A !
I'll update as soon as I return because for four days I don't bring the computer with me; obviously, if someone has already been to Valencia I accept suggestions on the places to see, the restaurants in which I can eat and the discos where I can have fun :)


giovedì 27 settembre 2012

School shadows

Rapido aggiornamento, nonchè primo post in cui mostro un mio outfit: semplicemente, questo ho indossato stamani, per andare a scuola.

Quick updating, as well as first post in which I show you one of my outfits: simply, I have worn it this morning to go to school.
 Primark cardigan (from two years ago)
"Just me & Tiffany" white tee
Cotton grey trousers
Converse All star
Tiffany pendant
 

mercoledì 26 settembre 2012

Odi et Amo #1 - TRAINING PANTS

Avete presente quelle mattine in cui vi svegliate già stanchi, non importa se avete dormito 3 ore o 10, nel vostro letto o su un vecchio divano, da soli o in compagnia?
Stamani era una di quelle mattine. E quando si presentano certe mattine, ho un solo alleato: i pantaloni della tuta.
So già che starò tutto il giorno nelle posizioni più astruse, nel tentativo di riposare le mie povere membra (invano), e al solo pensiero di indossare i miei jeans preferiti, quelli che per renderti il lato più tondo e perfetto non contengono nemmeno l'1% di elastane, rabbrividisco. E muoio dentro.
Non fraintendetemi: non è esattamente quel che si dice "un capo che ti fa sentire bella". Per niente. Anzi, io personalmente tendo ad abbinarci cardigan dai colori pastello e canotte col probabilmente irrealizzabile scopo di mantenere una parvenza di eleganza. E nemmeno in quel modo mi sento carina. Nemmeno se ho i capelli perfettamente piastrati, le occhiaie non troppo marcate e lo smalto steso con cura.
Però c'è da ammetterlo: la comodità dei pantaloni della tuta è impareggiabile. E questo bilancia tutto.
Nel mio armadio ne ho 3 paia, che uso principalmente per andare a scuola: un paio grigio, della Champion, un paio blu senza marchio, davvero comodo, e un paio nero, marca Domyos - ovvero, comprati al Decathlon: una di quelle cose che se ci pensi, ti rifiuti di comprare.
E dopo essermi rifiutata categoricamente per un paio d'anni di indossarli per varcare la soglia di casa, eccomi qua: in biblioteca, post 5 lunghissime ore di scuola, con addosso i miei pantaloni della tuta, e una pace interiore non indifferente.
E voi? Appartenete alla categoria “la tuta solo in palestra” o alle fanatiche di Abercrombie et simili?
 
PS: Sto pensando di far diventare “Odi et amo” una specie di appuntamento settimanale, tempo permettendo. Che ne pensate?
 
You know what I mean, there are some mornings where you wake up already tired, it doesn't matter if you've slept for 3 or 10 hours, in your bed or on an old sofa, alone or in company.
This morning was one of those mornings. And when a morning like this comes, I have only an allied: training pants.
I already know that I'll stay the whole day in the most abstruse positions, in the attempt to rest my poor limbs (in vain), and just the thought of wearing my favourite pair of jeans, those that to make your B side round and perfect, but that also doesn't contain 1% of elastane, I shiver. And I die inside.
Don't misunderstand me: it's of course not exactly "the garment that makes you feel beautiful." At all. Personally, I always try to wear it with cardigans, pastel colours and singlets, in the desperate attempt to be "a bit elegant". And even in that way I don't really feel nice. Even if I have perfect, straight hair, I don't have shadows under my eyes and there's a good nail polish on my nails.
However, we have to admit it: the comfort of training pants is peerless. And this balance everything. 
n my closet I have 3 pairs of training pants, which I use mainly to go to school: a grey one, brand Champion, a blue pair without brand, the most comfortable one , and a black pair, brand Domyos - or, bought at Decathlon: one of those things that if think about, you don't buy it.
And after a couple of years where I didn't absolutely want to wear them to cross the threshold of house, I'm here: in the library, post 5 long hours of school, wearing my training pants and possessed by a deep peace.
And you? You belong to the category "training pants only when you have to do aerobics" or "Abercrombie et simili fans"?
 
PS: I'm thinking about writing "Odi et Amo" almost every week, as a king of appointment. What do you think?



martedì 25 settembre 2012

Fruit is the answer

In un pomeriggio in cui mi sono già dedicata abbastanza alla filosofia - Kant, prima o poi riusciremo a fare amicizia? - e in cui mi devo riservare del tempo anche per un tema in tedesco e un'ora di lezione di guida, cosa mi è venuto in mente?
Bhè, ecco, partiamo dall'inizio. Stamattina mi sono svegliata con la voglia di muffin, e me ne sono mangiata uno mini a colazione, Misura rigorosamente, giusto per soddisfare il palato senza dar noia alla bilancia. Ma vedete, era davvero, davvero mini. Quindi alle 10 mi è tornata fame. Ho fatto in gigantesco errore di entrare e nel bar della scuola, e... eccola, la focaccina pomodoro e mozzarella. L'ho dovuta comprare e divorare. Per forza.
Inevitabilmente durante la lezione di francese sono subentrati i sensi di colpa, che mi hanno portato a chiamare la nonna e dirle che per pranzo volevo solo zucchine. Solo zucchine.
E adesso ho una gran fame. Ancora.
E la sazierò... però stavolta senza sensi di colpa.
La risposta è... la frutta!
Anche se devo ammettere che senza i colori dell'anguria, dell'ananas e delle pesche, che tanto mi ricordano l'estate, il gran caldo e le mille macedonie mangiate per merenda sulla spiaggia, tutte le composizioni di frutta mettono addosso un po' di tristezza, me la sono cavata. In fondo alla pagina, ecco il risultato :)




 
During an afternoon where I have dedicated enough time to philosophy - Kant, could we ever be friends? - and in which I also must reserve some time for an essay in German and a hour of driving lesson, what has come to my mind?
Well, let's start from the beginning. This morning I woke up with the desire of a muffin, and so I ate a minimuffin at breakfast, Misura rigorously, enough to satisfy the palate without fighting with the balance. But you see, it was really, really tiny. Then at 10 o'clock I was hungrey again. I made an enormous mistake: to enter in the cafe at school, and... here it is, the bun tomato and mozzarella. I had to buy it, and devour it. Forcedly.
Inevitably during the lesson of French the senses of guilt have taken over, then I had to call my grandmother an tell her I wanted just wanted squashes for lunch. Just squashes.
And now I'm hungry. Very hungry.
And I will defeat it... this time without senses of guilt.
The answer is... fruit!
Even if I must admit that without the colors of watermelon, pineapple and peaches, which remind me of summer, heat and the thousand fruit salads eaten for snack on the beach, all the compositions of fruit put on some sadness, I worked it out. There's the result :)
 
 
 
 
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lunedì 24 settembre 2012

To each of you

Questo blog è per me. E' semplicemente il mio modo di urlare all'umanità che il diario segreto non è totalmente passato di moda, è semplicemente stato privato di chiavi e lucchetto.

Mariasole. Un metro, sessanta centimetri e ancora qualche speranza di crescere ancora. Altrimenti, portafoglio a fisarmonica per riempirsi il guardaroba di scarpe col tacco alto.






Mi piacciono i capelli lunghi, possibilmente rossi e mossi; gli abiti dal taglio classico, fin quasi a sembrare da zia; tutto ciò che luccica, dalle luci accecanti di una discoteca alle pailettes applicate ai vestiti; i dolci, nei giorni peggiori quelli pieni di cioccolato e panna, nei giorni migliori quelli che ti addolciscono senza farti ingrassare; i baci con lo schiocco e possibilmente col rossetto; viaggiare, qualsiasi sia la meta.
E mi piacerebbe anche piacere, almeno un pochino, ad ognuno di voi.

This blog is for me. It's simply my way to howl to the humanity that the secret diary is not totally old fashioned, it has simply been deprived of keys and padlock.

Mariasole. One meter, sixty centimeters and still some hope tol grow. Otherwise, a huge wallet to fill the wardrobe of high heel shoes.
I like long hair, possibly red and wavy; dresses with classical cut, almost to seem "from aunt"; everything that sparkles, from the blinding lights of a disco to the pailetteses applied to the suits; cakes, in worse days those full of chocolate and whipped cream, in best days best those that "sweeten" you without making you feel fat; kisses with smack and possibly with lipstick; to travel, whatever the destination is.
And I would also like to like, at least a bit, to each of you.
 
 
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